Tra il 1993 e il 1995, per concessione dell’allora Soprintendenza per l’Etruria Meridionale, la Società Tarquiniense d’Arte e Storia intraprese l’indagine di alcuni “pozzi di butto” (bacini scavati nel banco naturale utilizzati come scarichi di immondizie) pertinenti lo stesso Palazzo dei Priori, dei quali solo quello detto “I Stas”, situato di fronte all’entrata del museo, è a tutt’oggi visibile.
Nel 2008, con l’intento di ricontestualizzare gli oggetti rinvenuti in tali pozzi e di renderli fruibili al pubblico, ne è stata presentata formale richiesta di prestito al Ministero per i Beni Culturali.
I reperti in esposizione corrispondono a una minima parte dei ritrovamenti ma certamente la più significativa: ceramiche, vetri, monete, oggetti in osso e metallo che si datano dal XIII al XVII sec.