La raccolta comprende oltre 200 ceramiche e pochi vetri di età medievale e rinascimentale, ritrovati in scavi non controllati di pozzi di butto nel centro storico di Tarquinia.
Nel 1993, per donazione all’Associazione, questa andò a costituire il primo nucleo del museo. La collezione è stata intitolata all’archeologo Giuseppe Cultrera, figura di spicco nel panorama culturale della Corneto-Tarquinia di inizi ‘900, fondatore e primo presidente della Società Tarquiniense d’Arte e Storia.
Della raccolta sono esposti i pezzi maggiormente conservati, che sebbene avulsi dal loro contesto originario, rappresentano una preziosa testimonianza per la conoscenza delle produzioni ceramiche che, tra XIII e XVIII sec., giunsero a Corneto e per l’identificazione dei suoi interlocutori commerciali e politici in tali epoche.
Nella stessa sala, a fini didattici sono stati ricostruiti alcuni ambienti di vita quotidiana corredati di vasellame e utensili originali.
L’iniziativa è stata intrapresa in seguito alla scoperta in Piazza del Duomo a Tarquinia, nell’ottobre del 2005, dell’avancorpo del palazzo della famiglia romana dei Savelli, poi passato ai Serlupi Crescenzi.
Addossati al poderoso basamento di una torre erano alcuni ambienti tra cui una cucina seminterrata. La cucina ricostruita all’interno del museo si pone come momento evocativo di un sito non più visibile, di cui non vuole essere una riproposizione puntuale ma solo suggerire al visitatore l’aspetto originario, simulando al contempo l’atmosfera di un ambiente di vita quotidiana e, in maniera suggestiva, richiamare aspetti della storia e della cultura di Corneto in età rinascimentale.